il mio librooo

questo ragazze e un libro su cui sto lavorando...è tutto fatto da me...spero vi piaccia...datemi consigli ma soprattutto aiutatemi col titolo
1.sogno
Era un sogno ne ero sicura al 90%,anke xk io indossavo un abito da sposa e ai miei piedi c’era Charlie che indossava uno smoking bianco. In mano aveva una scatoletta in tessuto bianco. Oddio si era un sogno anche perché il mio vestito aveva uno strascico di cui non riuscivo a vedere la fine il che nella realtà sarebbe impossibile
“Jane?”mi domando Charlie x attirare la mia attenzione che era rivolta allo strascico.
Io rimasi li come una scema a fissarlo intimorita. Notando la mia espressione lui sorrise esultante e apri la misteriosa scatoletta che teneva sul palmo della mano.
Santo cielo un anello…era bellissimo
Al centro della complicata costruzione d’oro bianco c’era un diamante di colore rosa porpora circondato da altri 6 diamanti più pikkoli…
“mi vuoi sposare?” mi chiese Charlie..
Oddio!oddio! è solo un sogno Jane calma.
Ad un certo punto quella scena così romantica con uno sfondo,bianco come l’abito, cambiò bruscamente. Lo sfondo divenne nero e con esso anke il mio vestito. ai miei piedi la scena era raccapricciante:Charlie era disteso a terra dissanguato e inginokkiato davanti a me c’era un ragazzo pallido con i capelli
Neri era bellissimo,il più bel ragazzo che avessi mai visto,ma allo stesso tempo aveva un qualcosa che mi terrorizzava.
Mi sorrise,come aveva fatto prima Charlie, sfoderando una dentatura perfetta e bianchissima. Quel sorriso non mi rassicurò come aveva fatto quello di Charlie pochi istanti prima anzi mi fece rabbrividire di paura
Indossava uno smoking nero con una rosa rossa che spuntava dal taschino alla sinistra della giacca.
Charlie era disteso a terra dissanguato. Avrei voluto chinarmi su di lui cercare di aiutarlo di…di fare qualcosa ma il mio corpo non faceva nulla di quello che volevo. Ero bloccata,impotente
“Jane?” mi domandò il ragazzo volendo attirare la mia attenzione che era rivolta al corpo martoriato di Charlie
Anche lui aveva una scatoletta tra le mani di colore nero la aprì e al suo interno c’era un anello anche esso con un diamante al centro però di colore nero circondato da altri sei diamanti neri.
Era tutto così macabro. Avevo paura.
“tu sei mia” mi disse il ragazzo
Mi svegliai urlando.
“Jane?!?” gridò mia madre entrando nella mia camera spalancando la porta.
“oh mamma” iniziai a piangere come un imbecille. Era solo un sogno Jane non c’è bisogno di fare tutta questa scena mi dissi.
“o tesoro che succede? Hai fatto un brutto sogno?” dal tono k usò sembrava che stesse cantando una di quelle ninna nanne x bambini
Mi limitai ad annuire. Era da una settimana che facevo quel sogno.
“vuoi raccontare tutto alla tua mamma?”
“non sono una bambina,non mi trattare come se lo fossi” gli risposi sekkata. Sapeva quanto mi dava fastidio essere trattata così avevo 18 anni non 3.
“x me sei sempre la mia pikkolina..” disse in tono dolce
“mamma..” l’abbracciai.
“su dai cucciola vestiti. Scommetto che avevi sognato il tuo ritorno a scuola ecco xk ti sei messa a urlare” disse soffocando una risata
“scuola?” domandai io confusa “oh merda!” esclamai quando capì a cosa si riferiva
“Hey con le parole”mi ammonì mia madre
Nn le badai e corsi al mio armadio. Lo mi si all’aria cercando qualcosa da mettermi. mi ero completamente dimenticata che oggi sarei dovuta tornare a scuola che imbecille! Le vacanze erano finite e si ricominciava con la vita noiosa e monotona della scuola
Decisi di indossare una camicetta rosa con dei jeans grigio chiaro e delle scarpe da tennis bianche.
Driin driin
Risposi al telefono
“come sta la mia pikkola?”mi domandò Charlie in tono dolce. Era da una settimana che non lo vedevo perché lui era partito per la montagna assieme ai suoi era tornato la sera prima
“oh Charlie amore..tutto..tutto bene” mi tornò in mente il sogno “e tu..tu tutto a posto no?”
“certo pikkola…ma cosa hai? Ti sento strana è successo qualcosa?” domandò con un velo di preoccupazione nella voce
“no..no e solo che…non ho dormito molto bene…” dissi
“amore mi dispiace…mi sa che dovrai dormire un classe anche perché stanotte non ho intenzione di lasciarti dormire” mi informò lui in tono scherzoso
“hahaha ok ok…dormo in classe. Ci vediamo a scuola…ti amo”
“ankio” e chiuse la comunicazione.
Mi lavai i denti presi la cartella e scesi le scale. Passando davanti all’orologio della cucina mi accorsi che era davvero trpp tardi
“cavolo. Mamma devo andare prendo la tua macchina sono in ritardo a dopo ti voglio bene” dissi correndo fuori dalla porta. non riuscì a sentire la risposta di mia madre
Presi la sua auto una stilo grigia metallizzata
Il viaggio da casa mia alla scuola durava 10 minuti e se guidavo a quella velocità sarei arrivata in ritardo..accelerai. cosi facendo arrivai appena in tempo davanti alla scuola. Ad attendermi c’era il mio Charlie.
“eccoti finalmente!”esclamò appena mi avvicinai. Mi alzai in punta di piedi per baciarlo e lui mi prese dai fianchi alzandomi per baciarmi meglio.
“scusa ma mi ero completamente dimenticata che oggi c’era scuola” ammisi imbarazzata
“hahaha tipico di te.” Disse lui ironico
Mi prese per mano scortandomi verso l’aula. Io e Charlie frequentavamo le stesse lezioni e adesso avremmo dovuto avere chimica con la Collins.
Entrammo in classe eravamo in ritardo di 2 minuti
Mi bloccai sulla porta. La professoressa Collins non c’era al suo posto,seduto sulla cattedra c’era un ragazzo magro e pallido con i capelli neri..era vestito in maniera anonima una camicia nera con dei jeans grigio scuro. La cosa che mi fece bloccare e che quel bel ragazzo seduto sulla cattedra era lo stesso ragazzo del mio sogno quello che aveva ucciso Charlie..
“o abbiamo l’onore di avervi con noi.” Disse il ragazzo la sua voce era uguale a quella del mostro del mio sogno..mi fece rabbrividire.
Charlie vedendomi ferma e non intenzionata a fare un solo passo mi strattonò ma io non reagì. ero terrorizzata. Come potevo aver sognato questo ragazzo,che non avevo mai visto fino ad adesso,ieri notte?
“signorina Jane giusto? Che le prende? È cosi difficile avviarsi verso il suo banco?” mentre parlava aveva fatto 5 passi verso me e Charlie. Oddio mi stavo comportando da stupida ma non volevo che si avvicinasse a noi..tirai Charlie per il braccio e indietreggiai alla vista del ragazzo che si avvicinava.
“Jane? Che diamine ti prende?” mi domandò Charlie preokkupato
“Charlie andiamocene” gli dissi “ti prego” lo supplicai percependolo incredulo
“ok ok “ mormorò “scusi ma la mia ragazza non si sente bene…arrivederci” disse uscendo dalla porta
Mi misi a correre trascinando Charlie con me. Dovevo allontanarmi dal ragazzo il più possibile. Ma per quanto corressi sentivo la sua presenza oscura.
“Jane smettila!” disse Charlie strattonandomi bruscamente per un braccio.” Che diamine ti prende?”
“non lo so Charlie quel…quel ragazzo non…non mi fido…ha un non so che di…di spaventoso ecco. Ti prego Charlie non avvicinarti a lui” iniziai a piangere come quella mattina in camera mia.
Charlie scosse la testa e mi fece sedere nella panchina vicino a noi.
Rimanemmo un ora così senza aprire bocca. Io ero appoggiata su Charlie che piangevo. Il resto della giornata la passammo tra una lezione e l’altra senza parlare.
L’ultima lezione della giornata era palestra era l’unica che non avevo in comune con Charlie.
Io adoravo palestra ero di sicur0 la più brava a pallavolo palla prigioniera e Babington. Il professor Bisso mi mise nella squadra numero 3. vincemmo tutte le partite. Alla fine della lezione mi trascinai verso lo spogliatoio ridendo con le mie amiche di squadra. Quando ebbi finito di cambiarmi mi avviai verso l’uscita per incontrare Charlie.
“Jane?” mi girai di scatto al suono di quella voce. Era Il ragazzo del sogno. Merda e adesso?
“ciao” mi salutò avvicinandosi a me
Indietreggiai.
“oddio ti terrorizzo così tanto?” chiese lui apparentemente offeso
“io…io adesso non ho tempo arrivederci” dissi fredda.
“oh volevo solo chiederle se sta meglio” disse lui
“si sto meglio grazie.” E mi allontanai

“Hey pikkola oggi te la senti di uscire un po’ con me?”mi disse Charlie davanti alla porta di casa mia.
“certo…” risposi
“che ne dici se ci vediamo stasera al rial?” mi propose Charlie
“Mmm…ok…allora a stasera amore.” Gli diedi un bacio e lo lasciai tornare a casa
“Jane?” domandò mia mamma,dalla cucina,sentendomi entrare
“si sono io mamma.” La rassicurai
“o tesoro vieni è pronto. stamattina non hai fatto neanche colazione.” Disse lei premurosa
“certo certo…poso la roba e arrivo” dissi salendo le scale.
Entrata in camera mia mi accorsi che c’era qualcosa che non andava…mia mamma mi aveva messo 6 rose nel letto?
Strano! Voleva profumare un po’ l’ambiente? Esistono i deodoranti…mah
Posai la cartella sulla scrivania e presi il codino che avevo sul comodino.
Mi feci una coda alta mentre scendevo le scale.
“mmm…che buon odorino mamma.” Dissi annusando l’aria
“frittata e pasta al formaggio” mi informò lei
“gnam” dissi sedendomi a tavola
“Allora com’è andato il primo giorno?” chiese lei mentre serviva la pasta
“….b..bene…” dissi abbassando lo sguardo sul piatto e giocando con la pasta
“ mmm…balbetti abbassi lo sguardo…è successo qualcosa vero?”
“non usare i tuoi metodi da psichiatra con me. Non sono una paziente.” Dissi io. mia madre faceva la psichiatra per ragazzi problematici
“ma sei mia figlia e se permetti so riconoscere se qualcosa le è andato storto anche senza i metodi” si era arrabbiata vedendomi non disposta a collaborare nel discorso
“CAVOLO! Sono tua madre. Perché non mi parli????” urlò
“perché non c’è nnt da dire!!” urlai in tutta risposta io.
Mi alzai da tavola e andai in camera mia sbattei la porta e la chiusi a chiave.
Mi buttai sul letto. Mi ero dimenticata di chiederle il perché delle rose.
Le presi e le buttai per terra. Mia mamma non capiva quando era il momento di non indagare ulteriormente era abituata con i suoi pazienti a sentirsi dire tutto. Io non ero una sua paziente.
Mi infilai sotto le coperte. Mi accorsi che tra le lenzuola c’era un biglietto.
Ciao Jane…belle le rose vero?
Non era la scrittura di mia mamma era troppo elegante mia mamma aveva una scrittura disordinata. Chi…oddio chi diamine mi aveva messo le rose in camera mia..
Scesi le scale
“mamma? Chi è che ti ha dato le rose?” chiesi entrando in cucina
“rose??” domando confusa
“si…le…le rose che ci sono in camera mia nel letto…le…le…rose…”
“scusa Jane ma io stamattina non sono entrata in camera tua…e nessuno ti ha portato rose…” corsi in camera mia senza sentire cosa altro voleva dirmi
Entrai in camera. non avevo notato che la finestra era aperta.
Mi girava la testa in modo strano. Mi tornò in mente il sogno. Ma soprattutto ad attirare la mia attenzione fu la rosa k avevo sognato quella che il ragazzo aveva nel taschino a sinistra della giacca…oddio…non poteva esserci un collegamento. Cercai di schiarirmi le idee. Dovevo capire il perché dei sogni e della strana sensazione di paura che avevo ogni volta che pensavo a quel ragazzo. Dovevo capire chi e perché mi aveva mess0 quelle rose in camera mia.
Driin driin
“pronto?” risposi
“Jane…senti puoi venire adesso al rial?” mi domandò
“si si va bene…” dissi io
“cosa hai?”mi chiese lui
“nnt te..te lo dico dopo..non mi hai messo delle rose nel letto entrando dalla finestra vero?” chiesi cosi x accertarmi che lui non centrasse
“no! Ma Jane che…”
“te lo spiego dopo…a tra poco amore ti amo” lo interruppi io
“va bene ciao pikkola ti amo”
Chiusi la comunicazione
Dovevo vestirmi ma non sapevo cosa mettermi. Non mi piaceva niente ero troppo nervosa. Così sgattaiolai nella stanza di mia madre. mi erano sempre piaciuti i sui vestiti e di sicuro ne aveva qualcuno della mia taglia. optai un abito nero,corto,che mia madre utilizzava solo per gli appuntamenti importanti. misi le scarpe che avevo comprato circa due mesi fa e che non avevo mai messo perché i tacchi a spillo,alti più o meno 5 centimetri,mi facevano un po’ paura. Sopra il vestito indossai la mia giacca nera quella lunga che arrivava al ginocchio e che copriva perfettamente il vestito onde evitare che mia mamma mi vedesse conciata cosi. di sicuro si sarebbe messa ad urlare e mi avrebbe chiusa in casa.
“dove vai?” mi chiese mia mamma vedendomi uscire in punta di piedi
“al rial devo vedere Charlie.” dissi io
“non fare tardi” mi ordinò. era ancora arrabbiata.
Stavolta presi la mia macchina.
Guidai per 15 minuti e arrivai al rial.
“ciao amore” dissi a Charlie.indossava un abito elegante bianco
“ciao piccola…allora mi spieghi il perché della domanda di prima?” mi chiese lui mentre entravamo
Il rial è un pub con serate a tema…la serata di oggi era il bianco. cavolo io mi ero vestita di nero. Era tutto bianco le pareti il bancone del bar e pure le luci stroboscopiche. Tutti indossavano vestiti bianchi.
“…quando sono tornata a casa c’erano delle rose sul mio letto e la finestra era aperta” non volevo dirgli del biglietto ”mia madre ha detto che lei non ne sapeva niente” alzai le spalle per fargli credere che la situazione non era grave
“cosa?!? Dobbiamo chiamare la polizia Jane qualcuno ti è entrato in casa…oddio…” lo zittì con un bacio.
“calmati amore…potrebbe essere un caso isolato se accade di nuovo qualcosa di strano chiamerò la polizia per ora non c’è motivo di preoccuparsi” lo rassicurai io
“ok ma per sicurezza chiederò a tua madre se posso dormire a casa vostra” mi fece l’occhiolino
“hahaha dormire certo” dissi io togliendomi la giacca
“ovvio. Scusa amore mi sono dimenticato di dirti il tema…aspetta.”
Mi lasciò da sola e si diresse al bancone del bar.
Parlò per 2 minuti con una ragazza alta e bionda che stava dietro al bancone. Sparì con lei nel retro…prima che potessi anche solo infuriarmi arrivo con un mantello bianco in mano. Me lo mise sopra il vestito. Era una mantella lunga che arrivava per terra. Avrei dovuto fare attenzione o sarei caduta.
La abbottonai lungo tutta la lunghezza del vestito. Sembravo un peluche.
“sei bellissima…come sempre” mi disse Charlie…
“davvero? Mi sembro un idiota con sto coso addosso” dissi guardandomi alla specchio
Come poteva dire una cosa del genere? Doveva fare una bella visita oculistica
“davvero…” disse lui mentre mi cingeva gentilmente i fianchi per alzarmi quanto bastava per baciarlo…
In quel momento si spensero tutte le luci e si levarono le urla generali…che idioti! È solo andata via la luce k bisogno c’è di urlare?!
“vieni Jane usciamo qui c’è il delirio” mi disse Charlize trascinandomi verso l’uscita.
Mentre uscivamo incassai un paio di gomitate e degli spintoni
E delle toccate al sedere. Non so se intenzionali o semplicemente incidenti.

Stupendo Mala.
Davvero bellissimo sei una scrittrice nata.
Ora però voglio il seguito.
Davvero avvincente!!!

Sì, stupendo.
Voglio anche io il seguito!!

cos'era successo?? e il ragazzo vestito di nero?
oddio sono curiosissima!!!!!!!!!! continuerai vero?!

certO...appena mi vengono altre idee vado avanti...mi aiutate col titolo?

Io ho già suggerito hihihi!

teao appena o tempo lo leggOOOOOOOO ke sn kuriosaaaaaa

E' davvero bellissimo Bella!!

glatie raga...hey bells appena lo hai letto dammi il tuo parere

Estasiata!!! sei bravissimaaa

glatieeee...è anko da rivedere e ci sn parti k nn mi convincono,,,e poi adesso è dura andare avanti,,,