Charlie tornò a casa quando avevo quasi finito. Guardai il suo viso attentamente, ma la mia fortuna stava tenendo, lui era troppo inebriato dalla macchina per notare come fossi vestita. Restituì le chiavi ad Edward.
“Grazie, Edward,” sorrise sognante. “Quella è una macchina.”
“Prego.”
“Com’è il risultato?” Charlie guardò il mio piatto vuoto.
“Perfetto.” Sospirai.
“Sai, Bella, qualche volta potresti lasciargli praticare la cucina (cucina) per noi di nuovo,” suggerì.
Lanciai ad Edward uno sguardo torvo. “Sono sicura che lo farà, Papà.”
Non fu prima che noi uscissimo dalla porta che Charlie si svegliò del tutto. Edward aveva il suo braccio intorno alla mia vita, per bilanciarmi e sostenermi, mentre io zoppicavo nella scarpa instabile.
“Um, sembri…molto cresciuta, Bella.” Potevo sentire l’inizio di una ramanzina paterna di disapprovazione.
“Alice mi ha vestito così. Non ho potuto dire molto in nulla.”
Edward rise così a bassa voce che solo io potetti sentirlo.
“Bene, se Alice…” si abbassò, in qualche modo addolcito. “Sei molto carina, Bells.” Si fermò, un barlume scherzoso nei suoi occhi. “Così, mi devo aspettare qualche altro giovane uomo in smoking stasera che si faccia avanti?”
Grugnii ed Edward ridacchiò. Come potesse essere una persona così dimentica come Tyler, non potevo immaginarmelo. Non è che Edward ed io fossimo esattamente un segreto a scuola. Arrivavamo e ce ne andavamo insieme, mi accompagnava a quasi tutte le lezioni, ogni giorno mi sedevo con lui e la sua famiglia per pranzo, e inoltre lui non era timido a baciarmi di fronte a testimoni. Tyler aveva chiaramente bisogno di un aiuto professionale.
“Lo spero,” Edward sorrise a mio padre. “C’è un frigorifero pieno di avanzi – dì loro di servirsene.”
“Non penso proprio – quelli sono i miei,” disse Charlie.
“Prendi i nomi per me, Charlie,” la vena di minaccia nella sua voce era probabilmente udibile solo a me.
“Oh, basta!” ordinai.
Ringraziando il cielo, finalmente salimmo nell’auto e ce ne andammo.