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| La storia di Leah | |
| | Autore | Messaggio |
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Oo_New_Moon_oO
Numero di messaggi : 508 Reputazione : 7 Data d'iscrizione : 06.03.09 Età : 32 Località : Roma
| Titolo: La storia di Leah Sab Mag 23, 2009 9:55 pm | |
| Premessa: Ho pensato di scrivere la storia di Leah, anche perchè di questo personaggio si sa bene poco. Non sono una brava scrittrice, ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
01. L'inizio
Dopo la nascita di Renesmee tutto sembrava scorrere velocemente, il tempo passava e la mezza succhiasangue cresceva a dismisura. Come il mio dolore, era diventato costante e straziante. Erano passati 5 anni da quando Sam mi aveva abbandonato, ma aveva lasciato una ferita troppo profonda per essere rimarginata, in seguito aveva subito altri colpi che l’avevano squarciata completamente. Avevo perso la fiducia di tutti, persino quella di mia madre. Ero da sola, contro il mondo e a me bastava così. Provai a scappare e a sparire, ma il bisogno di ritornare a casa era troppo forte e predominava l’istinto. Renesmee era cresciuta e si recava spesso al La Push, era davvero incantevole, graziosa e elegante, da fare invidia a tutti. Ma la cosa che mi faceva più ingelosire e star male,che lei era ben accetta nel branco, la trattavano come se fosse una principessa, ridevano e scherzavano in sua presenza, Quando io invece entrai nel branco fui maltrattata e derisa da tutti. Ed ecco che i ricordi riaffioravano la mia mente, nitidi e in sequenza, più forte che mai. Scorrevano nella mia mente come delle pellicole attraverso un proiettore, facevano male e pulsavano nella ferita squarciata. Non riuscivo a sopportare il dolore continuo che proveniva dal cuore. Tornai presto a casa dove Seth e Sue mi aspettavano con ansia, stranamente mi accolsero calorosamente, più di quanto mi aspettassi. Recuperai i miei bagagli dalla vecchia macchina di Sue e mi trascinai in camera,rimasi meravigliata di come non fosse cambiata tutto era nello stesso punto in cui l’avevo lasciata. Più tardi mi arrivò una lettera della scuola di La Push, dove mi avvertiva che dovevo recuperare un anno perso, per colpa della mia fuga. Non volevo ritornare a scuola, non sopportavo tutta quella confusione e il continuo mormorio. Nel frattempo sistemai con cura le poche cose che avevo portato con me nell’armadio di legno. Alzai lo sguardo e mi ritrovai a fissare il mio acchiappasogni e la fitta al cuore si manifestò un'altra volta. Distolsi in fretta lo sguardo e decisi di andarmi a fare una bella doccia fredda per schiarirmi le idee. Uscita dalla doccia mi ritrovai a casa da sola, evidentemente Sue era andata a casa di Charlie, la cosa che non sopportavo, la sua relazione con il migliore amico di mio padre. Non pensava più a suo marito, l’uomo che l’amata con tutto se stesso, lei aveva dimenticato, evidentemente era più brava di me. Io rimanevo aggrappata a quei ricordi vividi e reali della mia mente. Seth invece quasi sicuramente era andato ad uno dei soliti falò della spiaggia insieme a Quil, Embry, Jared, Paul, Jacob e Sam. A me non interessava e quasi sicuramente non sapevano del mio ritorno e non si sarebbero preoccupati più di tanto. Ah cazzo, c’era Seth e sicuramente lui avrebbe raccontato tutto, perfetto! Sicuramente il giorno seguente sarei stata costretta a riunire il branco per avvertirgli della mia presenza. Mentre pensavo a tutto ciò, squillò il telefono di casa, andai a rispondere senza entusiasmo, sicuramente era Sue che mi dava istruzioni per la cena. -Pronto?. -Ehi Leah ciao sono Jacob. Come va?- -Jacob?- risposi con voce strozzata. -Si Leah sono io, tutto apposto? Sembra quasi che abbia sentito la voce di un morto.- e scoppiò in una sonora risata. -Si è tutto ok, non aspettavo una tua chiamata, ma sarà sicuramente importante! Cosa vuoi?- risposi acida. -Niente di che Leah, ho bisogno di un piccolissimo favore. Ecco quando Jacob diceva piccolissimo favore era sicuramente qualcosa di grave o quanto meno importante. Lui rimase in attesa, aspettando con ansia da me un cenno di vita. -Leah, Leah,ci sei?. -Si ci sono. -Beh insomma.. mi chiedevo se..visto che..tu -Arriva al sodo Jake. -Beh mi chiedevo, visto che ho saputo che tornerai a scuola, potresti dare un’occhiata anche a Nessie, visto che verrà a scuola qui a La Push. -E tu pensi che io debba dare un occhiata a quella mocciosa, succhiasangue? -Beh speravo di si- disse balbettando. -Ok lo farò ma non ti aspettare un trattamento da principessa. L’accompagnerò in classe le prime volte e dopo che avrà imparato, io tornerò per la mia strada. -Ok, grazie Leah ti devo un favore. A domani alle 7.30 al confine. -Ok ciao Jacob. Bene ora mi toccava fare la badante a la figlia dei succhiasangue. Mi preparai con estrema calma, le cose necessarie per il giorno dopo, non andavo a scuola da un po’ e in questo campo mi trovavo impreparata. Verso le 20, preparai la cena per me e Seth, ma ancora non si faceva vivo così rinunciai ad aspettarlo e mangiucchiai qualcosa e mi infilai a letto. Pensando alla giornata che mi sarebbe spettata. | |
| | | lie_cullen
Numero di messaggi : 519 Reputazione : 21 Data d'iscrizione : 31.03.09 Località : udine
| Titolo: Re: La storia di Leah Dom Mag 24, 2009 4:37 pm | |
| ke biiiiiiiiiiiiiiiilla!!!!!!!!! nn è vero ke nn sei una brava scrittrice!!!! :lie scaccia freneticamnt via cn la mano la bugia: ^.^ a me è piaciuta assaiiiiii!!! brv brv brvixima | |
| | | Oo_New_Moon_oO
Numero di messaggi : 508 Reputazione : 7 Data d'iscrizione : 06.03.09 Età : 32 Località : Roma
| Titolo: Re: La storia di Leah Dom Mag 24, 2009 8:02 pm | |
| Grazie lie | |
| | | Esme__3l30norin@_t@t@
Numero di messaggi : 130 Reputazione : 11 Data d'iscrizione : 08.03.09 Età : 32 Località : un paesino sperduto in provincia di padova
| Titolo: Re: La storia di Leah Dom Mag 24, 2009 10:39 pm | |
| l'avevo detto che sei bravissima e più il tempo trascorre,più e vero!!! complimetissimi!!! | |
| | | Oo_New_Moon_oO
Numero di messaggi : 508 Reputazione : 7 Data d'iscrizione : 06.03.09 Età : 32 Località : Roma
| Titolo: Re: La storia di Leah Dom Mag 24, 2009 11:46 pm | |
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| | | lie_cullen
Numero di messaggi : 519 Reputazione : 21 Data d'iscrizione : 31.03.09 Località : udine
| Titolo: Re: La storia di Leah Lun Mag 25, 2009 7:49 pm | |
| hihihihihih^^ nn devi ringraziare me x essere proprio brvixma nello scrivere storie!!!!!! tì vì bniximo! | |
| | | twilighter_mala
Numero di messaggi : 529 Reputazione : 5 Data d'iscrizione : 09.03.09 Età : 28 Località : torino
| Titolo: Re: La storia di Leah Lun Mag 25, 2009 10:12 pm | |
| fantastikkaaaaaa sei mitikaaaa | |
| | | Oo_New_Moon_oO
Numero di messaggi : 508 Reputazione : 7 Data d'iscrizione : 06.03.09 Età : 32 Località : Roma
| Titolo: Re: La storia di Leah Mer Mag 27, 2009 12:00 am | |
| 02. Renesmee
La luce che trapelava dalle serrande, mi illuminava il viso e mi accompagnò per tutta la durata del mio risveglio, tanto volte era più facile vivere nei sogni, perché potevo desiderare tutto ciò che nella vita non ho mai avuto. Controllai la sveglia, erano solamente le 5 del mattino, quindi decisi di prendermela con molta calma. Mi alzai dal letto e andai ad aprire la finestra, il sole stava sorgendo ma la luce era molto intensa, la brezza mattutina mi scompigliava i capelli ed era una bella sensazione, immaginavo di correre nella foresta, da sola con me stessa, uno spirito libero che si immerge nel vento fresco. Poi corsi in bagno a farmi un’altra doccia rilassante, mi immersi nell’acqua gelida, il getto d’acqua era un buon antidoto per far sbollire un po’ tutta la mia rabbia e il dolore che provavo. Ma non era duraturo. Mi vestii in fretta, indossai le prime cose che capitarono in mano, un paio di jeans blu sbiadito e un t-shirt bianca. Si erano fatte le sei ed era ora di andare a svegliare quel dormiglione di Seth, lui era più lento di me a prepararsi e se non si fosse svegliato ora, avremmo fatto sicuramente tardi. Entrai nella sua stanza, un completo disastro, c’erano calzini, mutande, vestiti e giochi della playstation per terra. Seth era immerso nelle coperte, mi avvicinai alla sua finestra e spostai le tende in modo che la luce passasse e svegliasse Seth ma lui furbo si immerse ancora di più dentro le coperte. Mi appoggiai al bordi dei letti. -Seth forza svegliati o faremo tardi!! Urlai. -Mmh…Leah lasciami stare. E si voltò. -SETH ALZATI IMEDIATAMENTE. Urlai ancora più forte mentre lo scossi. -Ok…ok Leah adesso mi alzo. E così detto si alzò e andò in cucina a mangiare una tazza di cereali. E io lo raggiunsi, era da tanto che non stavo in compagnia del mio fratellino. -Allora com’è andato il falò di ieri sera?. Domandai tranquilla. -E’ andato bene grazie, ma non credo che fosse questa la tua domanda. -Ma no che dici, mi interessa sapere cosa fa il mio fratellino. E gli accarezzai la testa. -Dai Leah non ti sei mai comportata così, comunque se è questo che vuoi sapere, non ho detto a nessuno del tuo ritorno. -Davvero Seth?. Dissi stupita. -Certo, so che vuoi rimanere da sola e sei tu quella che deciderà di rientrare nel branco quando sarai pronta. Ma sappi che abbiamo bisogno di te. -Grazie Seth, ma non penso che la mia presenza sia gradita nel branco. -Leah questo è quello che pensi tu. -Dai Seth lasciamo perdere, comunque vatti a vestire che è tardi. E così detto Seth sparì dietro la porta. Almeno adesso ero più sollevata, sapevo che Seth non aveva detto niente a Sam, ma allora perché Jacob sapeva del mio ritorno?. Bella domanda Leah. -Seth un ultima cosa, hai detto tu a Jacob del mio ritorno?. -Emh vedi Leah...mmh si. -Ah ok. Infine quando Seth fu pronto, andai a prendere la macchina nel garage. La strada per arrivare al confine non era lunga, quindi arrivammo al confine prima del previsto ma Jacob ci stava già aspettando. Seth scese di corsa e andò a salutare Jake che ricambiò il saluto con un pugno sulla spalla. Dopo poco una macchina argentata si fermò davanti al confine e dalla portiera del passeggero scese una ragazza bellissima, con i capelli dorati e gli occhi color cioccolato, raggiunse Jake con passi decisi ma leggeri, come se danzasse. Quando la macchina argentata se ne andò scesi anch’io e mi avvicinai al gruppetto. -Ehi Leah ciao. Mi salutò Jake con uno dei suoi soliti sorrisi. -Emh ciao. Lo salutai con la mano a dovuta distanza. -Leah questa è la mia adorata Nessie. Lui la guardò negli occhi e lei arrossì dolcemente. -Ciao Leah. Mi disse e mi porse la mano. -Ciao. Ricambiai il saluto in modo freddo. Jacob si avvicino a lei e gli sussurrò qualcosa all’orecchio e lei annui. -Beh credo sia ora di andare giusto Leah? Se no farete tardi. Controllai l’orologio, erano le 7.45. -Si hai ragione. forza Seth salta in macchina. E tornai in macchina. Mentre Jacob e Renesmee continuavano a guardarsi e a baciarsi. Non sopportavo quella scena, mi ricordai quando io e Sam ci appoggiavamo sempre a quella roccia per aspettare l’arrivo di Billy con il pesce. E ci fissavamo sempre negli occhi anche quando ci baciavamo. Esprimevamo il nostro solo con uno sguardo. Le lacrime si fecero sentire, non potevo piangere, cercai di trattenerle guardando in alto. Poi ritornai a fissare i due piccioncini e suonai il clacson. E Renesmee si degnò di salire in macchina. Arrivati a scuola, parcheggiai il più lontano possibile dalla gente. Scesi dalla macchina, tutti avevano lo sguardo fisso su Renesmee e lei imbarazzata abbassava lo sguardo. La mia rabbia faceva fatica a controllarsi, iniziai a tremare, ma Seth mi prese il braccio e il suo gesto servì per farmi calmare. Accompagnai la succhiasangue in classe e gli porsi una piantina della scuola. -Con questa te la dovresti cavare, dopo tutto la scuola non è molto grande, ci vediamo all’uscita. - Ok grazie mille Leah. Detto ciò mi trascinai in classe, prima ora matematica. Il professor Barker, era davvero bravo, ma io avevo già studiato quelle cose e avevo un certo vantaggio rispetto alla classe, ero seduta al primo banco centrale, naturalmente da sola, ma a me piaceva così. Non seguii la lezione ero troppo concentrata a fare degli scarabocchi sul quaderno e non mi accorsi neanche che la campanella era suonata. I corridoi della scuola erano stra pieni di belle ragazzi con le loro amiche e i loro ragazzi, io forse ero l’unica che camminava da sola da una classe a l’altra. Il tempo scorreva inesorabile, tutto era così noioso. Suonata la sesta ora, mi diressi alla mensa, il brusio di sottofondo mi procurava un fastidioso mal di testa, non avevo molta fame e quindi comprai solo un pacchetto di patatine e una bottiglietta d’acqua. Uscii in giardino, per fortuna era una bella giornata, mi misi seduta su una panca sotto un albero di ciliegi. Poco dopo mi raggiunse Renesmee. -Ciao Leah, posso sedermi vicino a te?. Io la fissai dalla testa a i piedi e con un cenno del capo la invitai a sedersi. -Allora com’è andata la giornata?. Mi chiese imbarazzata. -Mmh tutto ok tu?. Risposi contro voglia. -Diciamo bene, i professori sono molto bravi, ma spiegano cose che ho già studiato con il nonno. -Ah.. ok. Rimanemmo in silenzio per tutto il tempo, si udivano solo i mormorii della mensa e il cinguettare degli uccelli. Tirava ancora quel vento fresco che mi piaceva tanto e il sole caldo mi bruciava la pelle, ma si stava bene. Suonata la campanella, mi toccava l’ultima ora, quella più pesante, filosofia,l’unica materia che non sono mai riuscita a capire in tutta la mia vita. All’uscita di scuola fui una delle prime ad uscire e davanti all’entrata trovai tutto il gruppo, oh merda bene. Abbassai la testa per non farmi riconoscere ma quell’astuto di Jacob mi chiamò ad alta voce. -Ehi Leah dove vai, vieni qui un secondo. Detto ciò tutti quanti fissarono sbalorditi Jacob. Bene, la mia giornata non poteva finire tranquillamente per una volta no. Mi avvicinai a loro e aspettai con impazienza che uscisse Seth. Il gruppo era lontano da me e stavano parlando con molta calma del falò che si sarebbe svolto quel pomeriggio. -Leah che ne dici vuoi venire anche tu?. Mi disse Jacob. -No, grazie devo sbrigare alcune faccende visto che Sue sta a casa di Charlie. -Ah ok, comunque se cambi idea sei la benvenuta. Ma gli altri non la pensavano uguale e fecero delle esclamazioni di disapprovo, tranne Sam che era impassibile. Finalmente ci raggiunsero Seth e Nessie e il branco li salutò con calore. Mentre io ero in disparte a gustarmi la scena. -Leah posso andare direttamente a casa di Embry?. Mi supplicò Seth. -Fai quello che vuoi ragazzino, non sono tua madre. Risposi acida. -Grazie Leah. Disse esultante. -Leah non ti preoccupare se vuoi andare a casa vai, la riporto io a casa Nessie. Bene, se allora non servivo a nulla perché mi avevano fatto rimanere lì con le mani in mano. Iniziai a tremare e prima ancora che loro se ne accorgessero, scappai nella foresta e mi trasformai. Iniziai a correre e provai una bellissima sensazione, a volte preferito la forma di licantropo perché potevo correre senza stancarmi mai e arrivare in posti dove non sarei stata capace di ritornare. | |
| | | Oo_New_Moon_oO
Numero di messaggi : 508 Reputazione : 7 Data d'iscrizione : 06.03.09 Età : 32 Località : Roma
| Titolo: Re: La storia di Leah Gio Giu 04, 2009 12:13 am | |
| 03. Falò
Correndo arrivai lungo il confine, dove la costa incontrava il mare, mi sporsi leggermente per vedere quanta distanza c’era e mi vennero le vertigini, non sopportavo l’altezze. Intorno a me c’era assoluto silenzio, interrotto soltanto dall’infrangersi delle onde sugli scogli. Le gocce che mi raggiungevano, mi pizzicavano la pelle e il sapore di salsedine mi bruciava gli occhi. Venivo spesso qui da piccola a giocare con mio padre, di solito scendevamo giù sulla spiaggia, ci divertivamo a farci rincorrere dalle onde, lui era più bravo di me e quando le onde mi stavano per raggiungere lui mi prendeva in braccio e mi faceva girare come un trottola. Invece Sue rimaneva seduta su alcuni tronchi sradicati insieme a Seth, che a quel tempo aveva solamente 4 anni. Il mio dolore si faceva sempre più forte e per non farmi sentire anche dagli altri mi ritrasformai. Mi vestii in fretta e mi misi seduta per terra con le gambe incrociate e inizia a piangere, mentre i ricordi scorrevano bastardi nella mia mente. Non so bene quanto tempo rimasi lì seduta a piangere, ma all’improvviso il telefono squillò, chi diavolo poteva essere. -Pronto. Dissi titubante -Ehi Leah, ciao amore sono la mamma. Sospirai, per fortuna era solo Sue. -Allora piccola come va? Seth si sta comportando bene?. -Mmh..si mamma qui è tutto apposto. Dissi tutto di un fiato -Mi mancate tanto, mi manca anche il sole, qui è sempre nuvoloso. Disse malinconica. -Comunque tornerò domenica sera, almeno spero. Miracomando, prenditi cura di Seth. -Si mamma so badare a me stessa, di Seth puoi stare tranquilla è in.. buone mani. Seth era sempre stato il preferito di Sue, mi dava abbastanza fastidio quando si comportava in modo troppo protettivo nei confronti di Seth. -Ok amore allora ci sentiamo, un bacione. -Ciao mamma. Detto questo mi alzai e mi diressi di nuovo a scuola dove avevo abbandonato la mia macchina. Preferii tornare a piedi, non sotto forma di licantropo, così mi accorsi quanta strada avevo percorso, più o meno una decina di kilometri.
Il parcheggio della scuola era deserto, salii in macchina e accesi il motore, mi diressi a casa come sempre vuota. Non sapevo che fare e quindi iniziai a sistemare un po’ in giro. Entrai nella camera devastata di Seth e raccolsi tutti gli oggetti sparsi sulla moquette. Ripulito tutto quel mondezzaio mi dedicai alla sua scrivania, dove c’erano milioni di cartacce. Molti erano bozze di personaggi inventati, altri compiti metà iniziati. E la cosa che mi stupì fu una foto di me e Seth insieme al mare e dietro una dedica, la calligrafia grezza era di mio padre c’erano scritti poche parole ma racchiudevano tutto il suo amore per noi.
Leah adorata figlia, prenditi cura di Seth perché quando un giorno non ci sarò più, sarai tu che porterai avanti la famiglia, l’amore fraterno è la cosa più importante che ci sia al mondo, perché quando sarai sola, l’unico vero amico che ti sarà sempre accanto sarà lui tuo fratello. Ti voglio bene.
Le lacrime ricominciarono a scendere, non era il momento di piangere a momenti sarebbe tornato Seth non potevo farmi vedere così. Rimisi tutto in ordine e decisi di lasciare la scrivania così com’era. Mi andai a fare una doccia e mi cambiai. Questa volta optai per un paio di shorts bianchi e un top beige. La maniglia della porta scattò e da dietro la porta comparve Seth. -Ciao Leah che fai?. Mi chiese stupito. -Mmh posso venire anch’io al falò di questa sera?. Domandai imbarazzata. -Certo Leah, Embry mi sta aspettando qui fuori vuoi un passaggio?. -No preferisco andare con la macchina così se vado via prima non sono costretta ad aspettare Embry. -Ok come preferisci. Uscii dalla porta ed Embry era appoggiato alla sua macchina, mi salutò con un cenno della mano e poi salì in macchina, così feci anch’io. Quando arrivammo alla spiaggia, fui sorpresa di notare quanta gente ci fosse. C’erano Quil e Claire, Jacob e Nessie, Sam e Emily, Jared e Kim e altri due ragazzi. Erano diversi da noi, avevano la pelle molto chiara e gli occhi color nocciola con qualche venatura oro. C’era la puzza di vampiro,ma non gli diedi molto peso poiché c’era Nessie e collegai quell’odore al suo. Mi appoggiai su un tronco abbastanza isolato e subito accanto a me ci si piombò Renesmee. -Ciao Leah. Mi disse amichevolmente e mi baciò sulla guancia. Ero stupita da tutto quel calore. - Mmh ciao Nessie. Dissi titubante. - Sono contenta che sei venuta a questo falò. Mi piacerebbe conoscerti meglio. - La mia vita non è interessante e poi non mi piace parlare di me. Guardavo fissò la fiamma che cresceva piano, era un incrocio di colori meravigliosi, ogni lingua aveva un colore diverso che variava dal verde acqua al blu intenso. Ero talmente concentrata che non mi accorsi che quel ragazzo dalla pelle bianca si era seduto di fronte a me dall’altra parte del fuoco. Aveva degli occhi bellissimi che ipnotizzavano. Rimasi incantata per qualche secondo finché Nessie non interruppe il silenzio. -Lo sa ho organizzato tutto io questo, ci sarei rimasta male se non fossi venuta, più che altro lo fatto per te. So che è dura essere l’unico licantropo femmina e che quei maschiacci ti trattano male, quindi ho pensato che fosse stato un modo carino per dirti che vorrei essere tua amica. -Sei stata molto gentile Nessie, ecco perché tutti ti vogliono bene. Parlare con lei era molto più facile del previsto e la serata passò velocemente tra una risata e un'altra. Eppure continuavo a fissare quegli occhi e più li fissavo e più mi sentivo a casa. | |
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